Domanda:
Per quale motivo i compositori "classici" oggi sono pochi?
Pippo
2011-07-03 02:25:13 UTC
Magari sono io che ne ignoro le esistenza, ma a fare il confronto con il passato c'è una grossa differenza in termini quantitativi e scusate, ma direi anche qualitativi.
Basti pensare a Tchaikovsky, Prokofiev, Rachmaninov, Shostakovich ecc ecc e poi fare un confronto con oggi viene da ridere.
Tralasciando il fatto che la comunicazione delle nuove composizioni con il pubblico si è fatta sempre più difficile a causa della ricerca di nuove strade, ma non pensate che la colpa sia anche un po' del fatto che la maggior parte della gente che impara a suonare uno strumento oggi passa metà della sua vita a studiare e capire i compositori passati? e vive poi praticamente unicamente come interprete??
Eppure anche i compositori da me prima citati avranno studiato i compositori passati, quindi forse non è proprio quello il problema.

L'altro giorno ascoltando il concerto n°1 di Tchaikovsky mi chiedevo come fosse possibile che non ci fosse più nessuno in grado di comporre concerti simili.
Da cosa deriva questo calo, dal fatto che questo tipo di musica non è più la sola come un tempo? dal fatto che oggi i corsi di composizione sono pieni di studenti e di gente che non sa insegnare e comporre?
La ricerca di nuove strade sempre più assurde e meno comunicative per comporre è veramente giusta?
Sette risposte:
?
2011-07-03 02:36:17 UTC
fidati che al mondo ce ne sarà sicuramente alcuni che compongono ancora classica... ma non sono famosi pultroppo...
?
2011-07-03 10:38:02 UTC
ovviamente è una questione complessa... vediamo se riesco a dividere il discorso in punti, in modo da essere ordinato.

1) prima cosa, i compositori ci sono, e sono moltissimi. Fino a 20 anni fa i compositori classici venivano soprattutto dall'Europa, al massimo dagli Stati Uniti. Oggi ci sono compositori indiani, cinesi, giapponesi, coreani, sudamericani, australiani. La frontiera rimane l'Africa, ma in termini di nazionalità, non di musica (nel senso che le musiche africane ormai sono ovunque).

2) rimane da capire perchè tutti questi compositori sono poco conosciuti. Qui i problemi sono diversi... oggi i compositori non studiano più solamente musica classica, per come era intesa una volta. Ci sono "industrie" musicali che rendono di più, che assorbono più manodopera, e che permettono comunque di affrontare un percorso artistico. Pensa al cinema, per esempio, ed alle migliaia di compositori di musiche da film; pensa alla televisione, alle sigle, ai jingle, agli arrangiamenti per le orchestre di Maria De Filippi (...); pensa alle serie televisive, ai cartoni animati, agli spot.

3) detto questo, arriviamo alla classica vera e propria. La DIFFUSIONE della musica classica ha alcuni canali ben precisi. Nell'800 erano le sale da concerto e le riduzioni pianistiche (le famiglie altolocate compravano gli spartiti dei Lieder di Schumann, se li suonavano e cantavano a casa e così conoscevano l'artista prima di andarlo ad ascoltare); nel '900 erano sempre le sale da concerto e al massimo i dischi... ma è in questo momento che si inizia a parlare di repertorio, di esecuzione di cose antiche, anche grazie al disco, che diventa il canale PRINCIPALE di diffusione. Nel mercato dei dischi, però, il confronto tra classica e pop-rock ormai non esiste più, il pop vende molto di più. Di pari passo, l'industria discografica ha capito che vende di più un ESECUTORE nuovo rispetto ad un COMPOSITORE nuovo.

4) la verità è che oggi i compositori giovani non hanno nessuno spazio di diffusione. Spesso vengono ascoltati solo da un ristretto gruppo di appassionati, ed essenzialmente tramite pochissimi canali: etichette musicali specializzate (tu guardi il catalogo dell'etichetta, tipo la "Die Schachtel", trovi un nuovo nome e ti incuriosisci), festival musicali dedicati (tipo MiTo settembre musica, a Milano e Torino, o altri festival internazionali), didattica (se studi composizione, senti parlare di maestri e compositori giovani, e allora arrivi alla loro musica). Canali del genere sono miseri rispetto al pop e al rock... ma hanno permesso alla musica contemporanea di sopravvivere. Non solo, l'hanno "preservata" da problemi tipo la comprensibilità da parte del pubblico. Ma questo è un altro discorso, ancora più complicato...
Caruso GA Tonskji Nasonero
2011-07-04 10:35:12 UTC
A dire il vero "compositori classici" non si nasce, si diventa.

Si diventa quando si supera il test del tempo.

Bach scriveva la sua musica, principalmete, per lavoro in quanto quello era il suo incarico nelle vare chiese protestanti, tutte più o meno in un raggio di 200 Km.

Vivaldi idem con patate aveva l'incarico d'insegnante di musica al "Pio Ospedale della pietà" di Venezia dove si occupava delle "figlie di Choro".

Haydn per molto tempo compose per permettere al proncipe Estherazy di mangiare ascoltando musica eccetera.

Non c'è grande differnza quindi con le serate di Zucchero od Apicella. Forse la musica (che potrà sostenere l'esame del tempo) fatta nel 20° secolo sarà più il Blues che altro, qualche album come "Atom Hearth Mother" o "Thick as a Brick", la musica pensata come SERIA è abbastanza inconcludente (leggi Luigi Nono, Luciano Berio, KH Stockausen) occorre troppo acume per seguirla, lasciando perdere il capire.
Il perfido Valmont
2011-07-03 17:34:49 UTC
Secondo me hai setto una delle ragioni principali e cioè il fatto che i ragazzi che studiano musica classica o colta o come la si voglia chiamare passano la vita a sciropparsi il passato fino a perdere il contatto con la realtà musicale autentica.

La musica afro americana (Stati Uniti e Sudamerica) ha imposto un nuovo stile ritmico basato sulle sincopi, sui bassi in levare, su nuove scale e nuove armonie etc etc e a quello bisognerebbe fare riferimento studiando con altrettanta attenzione di quella rivolta ai classici le tradizioni musicali di tutto il mondo che invece vengono relegate all' ambito specialistico della Musica Etnica; tra l' altro vorrei far notare che leggendo un manuale di Etnomusica la prima spinosissima questione che si presenta è la definizione dell' ambito di questa "scienza", perché ovviamente non si capisce perché uno dovrebbe studiare la musica giavanese in maniera diversa da Beethoven o Mozart e nemmeno perché il rock'n roll o il jazz non facciano parte di nessuna di quelle due categorie. Allora si dice che l' Etnomusica studia le tradizioni "non scritte" senza rendersi conto, a mio avviso, che con questa precisazione si aprono altre questioni ancora più complesse e che soprattutto non si sta facendo altro che ribadire inconsapevolmente la separazione fra musica (o arte in generale) "alta" e musica "bassa" che è un apriori della concezione artistica europea che non è presente in altre culture (non nello stesso modo, almeno).

Thallo dice che le industrie discografiche si sono accorte che "tira" di più l' esecutore del compositore, ma non dice perché; altri parlano della pigrizia degli ascoltatori...

La questione è difficile forse anche perché non si vuole vedere il punto centrale che a mio avviso non è strettamente musicale ma riguarda il nuovo ordine sociale che si è creato con l' avvento della società di massa.

Prima la musica che oggi chiamiamo classica era composta da impiegati della classe dominante, aristocrazia o alta borghesia; classi che fino a un certo punto, diciamo grosso modo fino alla fine della prima guerra mondiale, mantenevano i loro privilegi, il loro status e la necessaria distinzione dalle classi subalterne senza problemi, per diritto di nascita e per generale accettazione dell' ordine sociale esistente. Oggi questa modalità di separazione non è più possibile ma naturalmente le differenze di classe sono sostanzialmente identiche, quindi è nata un' arte "colta" praticamente incomprensibile che ha la funzione appunto di rimarcare l' esclusività di un certo ambito sociale, che funziona da codice linguistico inaccessibile se non a chi appartiene a un certo ambiente. E il punto chiave è proprio l' inaccessibilità piuttosto che il contenuto come in verità è sempre stato da sempre dato che (opinione personale) la prima funzione dell' arte è invariabilmente quella di rappresentare le forme del potere e dell' ordine sociale.

Ma prima era possibile un comprensibilità di massima, non profondissima magari ma che che si poteva realizzare per chiunque (dato che l' ordine sociale era accettato senza discuterlo), oggi invece, in una società basata sull' apparenza dell'eguaglianza e sulla quella simulazione che è la democrazia, ha assunto una maggiore importanza l' aspetto dell' esclusività del codice linguistico. Nei fatti si sono sdoppiate le funzioni; prima l' arte doveva avere la possibilità di una duplice fruizione, popolare e colta per mantenere sia la coesione sociale che le distanze di classe; oggi si sono creati due canali differenti uno più "difficile" e uno solamente di consumo che è normalmente o consolatorio o festaiolo.

Una prova a favore di quello che sostengo è il fatto che i compositori classici facevano moltissima musica da ballo o pezzi che si rifacevano ai balli più alla moda del momento, popolari e aristocratici, mentre oggi nessun musicista "colto" si degna di fare della musica da discoteca, o salsa latino americana etc etc fatta veramente bene, cercando di dire qualcosa di nuovo con mezzi più raffinati.

Oggi chi scrivesse cose comprensibili, che commuovessero davvero, che suscitassero passioni, passerebbe inevitabilmente per musicista di serie b, per uno che non è molto raffinato.



Per curiosità metto il link di quella che avrebbe dovuto essere la colonna sonora di 2001 Odissea nello Spazio, scritta da Alex North; non se ne fece nulla perché di fronte all' incipit dello Zarathustra di Strauss non c'era paragone



http://www.youtube.com/watch?v=ekDscvvYOFg



P.S.: C' entra anche il diritto d' autore ma ne parliamo un altra volta.
2011-07-04 09:58:08 UTC
perchè non sono più apprezzati..... se tu fossi anche un geio come mozart ma on ti pagassero per la tua musica giustamente invece di morire di fame, cambi lavoro

è TRISTE, LO SO

ma va così. la musica è commerciale e vende solo chi fa cose appfrezzate dal pubblico, peccato che al pubblico piace tanto lady gaga e basta..
?
2011-07-03 12:00:05 UTC
ogni epoca ha i suoi stili musicali...esistono compositori classici,ma risultano solamente degli imitatori
2011-07-03 09:33:34 UTC
ma xke ormai con la generazione di oggi la classika piace a poki, per esempio io sono un kitarrista di 16, ascolto segovia, ma amo anke il rock, ma cmq segovia mi piace tnt, ma ormai la nuova gioventu nn ascolta piu sto genere, e tanto meno i compositori lo suonano, devono adattarsi alle esigenze..purtroppo....


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