Sono d'accordo con te, le sonate di Domenico sono molto affascinanti, ho anche provato a suonarne qualcuna. Il gioco digitale deve avere una chiarezza "clavicembalistica" anche se si usa il pianoforte, e allora si apprezza l'intreccio delle linee melodiche e l'inesauribile fantasia del compositore. Purtroppo Domenico é un po' schiacciato tra gli altri due grandissimi nati in quel beato 1685, che hanno tutti composto somma musica per tastiera oltre a molto altro, ma il Nostro si ritaglia comunque uno spazio molto importante, e giá nell'800 qualcuno notó che la sua musica poteva spesso stare vicina a Mozart senza sfigurare.
Al cembalo mi piacciono immensamente Kirkpatrick, che fu il massimo studioso di Scarlatti e incise tutte le sonate, e George Malcolm...al pianoforte concordo su Pogorelich, pieno di fantasia, mentre non mi piace Schiff, troppo ingessato e accademico. Da non perdere Horowitz, anche se un po' datato, il vecchio Gieseking del quale possiedo un'incisione scarlattiana, e ovviamente Michelangeli, nei cui recitals si trovano varie sonate magistralmente eseguite, soprattutto nel concerto che tenne a Brescia* negli anni '50: non é uno Scarlatti filologico, il suo, ma per un'esecuzione pianistica é il massimo udibile in terra!
Ti saluto, buon ascolto scarlattiano.
P.S.: *domando scusa, il recital cui mi riferisco fu ad Arezzo nel 1952