Domanda:
Domenico Scarlatti?
the italian
2008-04-25 07:14:51 UTC
Sono reduce da uno sgrugno feroce sulla sezione in inglese, dove sono, per par condicio, andato a scaricare un po' della mia attuale insoddisfazione, che non è giusto che faccia gravare solo su di voi. Dunque, un saccente da wikipedia e una specie di poliziotta guardiana del politicamente corretto sostengono che nel nazionalismo musicale (che per me è un ben preciso momento storico legato al Romanticismo etnico) rientra anche D. Scarlatti in quanto adottato dalla Spagna (come se a Napoli non fosse pure Spagna) e quindi influenzato da quei motivi popolari. A me pare una, vabbè.
Che ne dite ? in particolare, se c'è, l'astro nascente beatrice di tenda che dà risposte da brivido e soggezione.
Sei risposte:
?
2008-04-25 07:37:37 UTC
Philippe Verdelot

Adrian Willaert

Giovanni Battista Lulli vel Jean-Baptiste Lully

Frédéric François Chopin alias Fryderyk Franciszek Szopen



4 piccoli esempi.. mah...



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Ma la sesta napoletana perchè suona "spagnola"?



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2 sono i punti che andrebbero chiariti in questo ragionamento:

1) concetto di nazionalismo musicale

2) status di apolide di taluni compositori, perlomeno in certe epoche in cui la committenza ti richiamava qua e là.. ubi fama, ego sum..



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1) concordo

2) concordo..

se no, che ci è andato a fare Haendel a Londra? A imparare l'inglese?

e Galuppi e C. a San Pietroburgo? Pieno di napoletani tra le altre cose.. ah, le ceramiche di Capodimonte..



la sesta napoletana la usa Gesualdo, fai tu.. ars cromatica..



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(...parentesi..



..il profumo dici.. bella immagine.. lo so, sembrerà banale ma io l'ho ritrovato qui:

http://www.internetbookshop.it/code/9788838441271/macchi-livio/voce-dei-turchini.html

e, anche se in modo minore, pure qui.

http://www.internetbookshop.it/code/9788838476877/macchi-livio/formula-dell-arcanum.html



.. chiusa..)



Riguardo alla (giusta) osservazione, non credi che tutto si possa cambiare ma non l'anima? Anch'io sento quelle atmosfere in Scarlatti, così come anche in Cimarosa (che suono sempre davvero volentieri)..



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@kikkolat: hai fatto bene.. ;-)
Zerlina
2008-04-26 12:40:43 UTC
Domanda estremamente interessante, qui a Palermo, come ben saprete c'è ogni anno un festival musicale dedicato ad Alessandro Scarlatti, che dà vita ad un vero e proprio itinerario musicale barocco. Oltre alle performances musicali (che ricomprendono, oltre alle composizioni di Scarlatti Senior e Scarlatti Junior, anche pezzi di altri compositori, quali Stradella, Pasquini, Corelli...), la manifestazione comprende una serie di incontri sulla musica e il periodo storico nel quale "gli" Scarlatti vivevano. Ogni anno cerco di partecipare a più incontri possibili... posso solo dire che lo stile di Scarlatti mi sembra molto più "personale", meno legato alle tradizioni. dell'epoca, rispetto ai suoi contemporanei che mi sembrano più legati agli standards stilistici di tradizione...
federica
2008-04-25 18:43:13 UTC
- premetto che non sono sicura i avere capito esattamente tutto il dialogo tra te e Fedez-

penso che nelle composizioni di Scarlatti Napoli si senta tantissimo.. ma non solo Napoli.. in generale in tutti i compositori di quel periodo sento qualcosa di estremamente"italiano" e "mio"..
giovannicarlo
2008-04-26 14:19:28 UTC
Per me il nazionalismo musicale (che brutto termine, la musica è la lingua più universale) può essere riferito al Wagner dei Meistersinger, delle tenzoni poetiche tipo Tannhauser e dei grandi miti celtici rivisitati, nonchè a certo Verdi, che pure a Parigi si confrontò avec le Grand Opéra di Mayerbeer e di Halévy, e poi buttò fuori Les vepres siciliens...e a molta musica dei paesi dell'est europeo, attentissima ai richiami popolar-folkloristici. Napoli, certo, e la Spagna...pensiamo al delizioso Frate 'nnamurato di Pergolesi e alla gradevolissima Gatta cenerentola di De Simone, con l'asso di bastoni spagnolo in prima linea e la splendida melopea dello "iesce sole", primordiale ed emozionante come un inno alla luce che ritorna.

Ma Domenico Scarlatti proprio non riesco ad inserircelo, nè il di lui padre: chi molto ha viaggiato, semmai, perde i connotati troppo nazionalistici e cresce ad una lingua universale, più alta di tutti i linguaggi.

Non credo che Ralph Kirkpatrick, il più grande conoscitore di Scarlatti, o Gieseking, o George Malcolm pensassero ad influenze spagnole quando lo eseguivano, o almeno non l'hanno mai fatto notare.

Il discorso sarebbe lungo assai e mi fermo, con i complimenti per l'interessante quesito.
Plum
2008-04-26 12:31:59 UTC
Di solito ascolto le note e non mi interessa etichettare compositori di tre secoli fa come nazionalisti o meno.
Pulcinella
2008-04-26 10:54:24 UTC
Secondo me è come dire che J.S.Bach sia un proto-nazionalista tedesco, lui che, come noto, nelle sue opera attingeva a tutto e di più (polacche, suite francesi, inglesi, i concerti per organo ispirati a Vivaldi, etc.)

D. Scarlatti, proprio come Bach, era un musicista poliedrico, assetato di ogni tipo di musica e di influenza, pur rimanendo nei limiti del "musicista di corte", e quindi di un musicista comunque legato al gusto dove si trovava ad operare.


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