Bernstein al piano, la sigaretta pendula dal labbro, sembra un pianista da saloon, la mano destra per conto suo disegna il tema iniziale della sinfonia Pastorale. Maximilian Schell lo sta intervistando: “Ma insomma, lei mi dice che Beethoven non ha mai scritto una vera bella melodia, mai una fuga degna di questo nome e aveva un’orchestrazione convenzionale….”. “Sì, ed era il più grande”. “E cosa lo rendeva tale?”. “The form”. Già, bastava pensarci.
Ma quando sul penta ci va a scrivere lui, Bernie, quando non si tratta di dirigere la Callas in Medea sotto il paragone con Vittorio Gui, o di saltare come un grillo sulla 6^ di Mahler, impugnare la bacchetta alla rovescia per bastonare gli ultimi accordi della 5^ di Shosta, o (io c’ero, io c’ero) aprire su Roma le cataratte del finale della Leonora n.3, una delle esperienze uditive più tremende, oddio viene giù il mondo: quando scriveva Bernie come andava ?
Un grande spirito di americanità (avendo come riferimento Copland e i suoi Appalachian Springs, i suoi saloon, quei violini svisati, iabadabadabadaba, sappiamo com’è), un grande spirito di religiosità ebraica immesso in corali da sinagoga come i Chichester Psalms o nella Sinfonia Jeremiah , la macerazione di un’omosessualità difficile da manifestare (argomento delicato su cui non mi sbilancio, anche se sto altrove) e l’impegno politico di attivista.
Ma la vera originalità è avere convissuto con il nuovo e la polimorfica presenza sui nuovi media: il musical (West Side Story del ’57), il cinema (la colonna sonora nel ’54 di Fronte del Porto). Passare dal fiero duol di Medea del ‘53 (partitura appresa in 5 giorni per sostituire Votto) ai sassofoni di Candide del ’56, dai concerti con la NY Phila spiegati ai ragazzi alla sinfonia Kaddish macigniforme, dal dire che la 4^ di Brahms ha il tono di un’incazzatura per non essere stato nominato non so che alla Settima di L.v. per ritirarsi e morire 5 giorni dopo.
Certo, non un innovatore di linguaggio. Non uno sperimentatore, ma essere nati nel novecento obbliga a questo per contratto ?? Battiato, a Beethoven e Sinatra preferisce l’insalata, ma non sopporta nemmeno il free jazz punk inglese. Neanche la nera Africa. Forse Bernstein gli piace.